Si facilita la Persona a trovare le modalità adatte a lui per uscire da condizioni dolorose che spesso hanno un effetto paralizzante sul piano del comportamento e delle relazioni. Si propone l'esperienza di un ascolto attento e solidale.
Trovarsi in uno stato depressivo è molto doloroso; tanto che solo chi l’ha provato può capire di cosa si tratta. Infatti, le parole usate per spiegarlo a chi non ne è afflitto non possono comunicare la sensazione di scoraggiamento e di mancanza di energia in cui ci si viene a trovare. Scompare anche la spinta interiore a fare qualsiasi cosa e -se ci si propone comunque di reagire- la sensazione è quella che non si riuscirà nell’intento. Ci si sente in una condizione di assoluta impotenza e non si riesce a fare affidamento né su se stessi, né sui familiari, nonostante essi si dicano solidali, pronti a sostenere ogni tentativo di uscire da quella condizione. Anche l’attività di lavoro subisce danni e spesso la situazione si aggrava per la comparsa di insonnia o inappetenza; altre volte per l’insorgenza di prolungati stati di torpore e di stanchezza. In ogni caso, a tutto ciò si cerca di porre rimedio isolandosi in casa e evitando sia di incontrare persone estranee alla famiglia, sia di dedicarsi anche ad attività che fino a poco tempo prima erano motivo di svago, di soddisfazione o divertimento. La “voglia” sembra sparita! Di ogni cosa!
Dal punto di vista psicologico, la situazione si complica ulteriormente perchè la persona non sa a cosa attribuire il suo stato di Melanconia o Depressione: spesso sostiene che non ci sono motivi (o non tanto gravi!) che giustifichino la patologia e per questo può giungere a credersi colpevole, oppure comincia a covare rancore per chi è intorno a lui e lo esorta a reagire, “non capendo” che la situazione in cui si trova non dipende dalla sua volontà.
In questo modo, si configura una condizione di immobilità in cui “non succede più niente” e si manifesta uno stato di impotenza in cui non si sa cosa fare, né si vede di quali aiuti sarebbe possibile avvalersi.
Tuttavia –e invece- c’è molto da fare!
La persona in difficoltà ha bisogno innanzitutto di “sentirsi capita” e di poter contare su un ambiente professionale dove sa di non correre il rischio di “essere tirata per la giacca” da sollecitazioni a fare ciò di cui non è convinto o di cui per il momento non si sente in grado.
Ha bisogno di essere ascoltata in maniera attenta e solidale mentre trova un modo suo proprio di dare –prima a sé e poi agli altri- una spiegazione dello stato in cui si trova. E così cercare di uscirne. A modo suo!
A volte, ha bisogno di “accorgersi” che c’è stato qualche evento –anche desiderato, come il Pensionamento o il matrimonio di un figlio o altro ancora- che ha avuto una ripercussione nella sua vita, e che lo ha costretto a un cambiamento dai contenuti inattesi e ai quali non si è adattato. O nemmeno si è accorto che è stato difficile!
Ad ogni modo, considerato che il pensiero melanconico o depressivo è tale da “porre in un angolo” la persona, ciò che le occorre è innanzitutto un sostegno professionale che la aiuti a ritrovare la sua centralità e il suo orgoglio personale.